L’ intervista della Dott.ssa Bàmbino

Il latte è un alimento completo, nutriente, ricco di proteine e calcio, buono e sano. Questo è quello che abbiamo sempre sentito dire di questa bevanda. Alcuni studiosi, però, ritengono, invece, che il latte vaccino non vada bene per gli uomini e che sia adatto solo alla nutrizione dei vitellini. Premesso questo, nonostante tutto, il latte che noi beviamo, a detta di questi studiosi, non ha niente a che vedere con ciò che è realmente il latte. Vediamo di capire perché.

Il Dottor Jean Seignalet, gastroenterologo e immunologo presso la facoltà francese di Medicina all’università di Montpellier, afferma:
“Da sempre il latte animale è ritenuto dai più un alimento sano, nutriente, fortificante e rimineralizzante grazie al calcio che contiene. In realtà, diverse ricerche hanno portato medici e ricercatori a considerarlo nocivo per l’uomo e responsabile di numerose patologie – fra cui problemi di tubercolosi, digestivi, intestinali, ormonali, oltre che di formazioni cistiche e tumorali”.

La caseina contenuta nel latte, infatti, può generare malattie croniche: animali adulti messi a dieta di latte “fresco” del supermercato, sviluppano malattie infiammatorie come l’artrite.
Ma non è finita qui, si dice che i metodi utilizzati per la mungitura del latte non sono del tutto ortodossi, in quanto alle mucche vengono somministrate delle sostanze per aumentare la quantità di latte da produrre. Aumentando la quantità di latte gli animali sono soggetti alla mastite, una malattia che porta infezione e quindi anche pus nel latte. Per curare questa patologia, le mucche hanno bisogno di una cura antibiotica, e di conseguenza, tali farmaci si immettono anch’essi nel latte. Ma nella mistura di sostanze che formano questo latte, spesso ci sono anche residui di sangue, visto che la mungitura meccanica sfrutta in maniera esagerate questi poveri animali.

Sarà vero allora che il latte è un alimento sano o è invece la bevanda malsana per eccellenza? Per capire meglio tale situazione abbiamo voluto chiedere il parere della dottoressa Bàmbino Carla, nutrizionista, laureata all’Università di Perugia.

Dottoressa Bàmbino come si sente di definire il latte in termini nutrizionali?

Il latte è composto da acqua (87-88% ) che tiene in soluzione zuccheri (principalmente lattosio ), sostanze azotate, sali, tiene in sospensione grassi (sotto forma di globuli), alcune vitamine (abbondante è la A), proteine (caseina 85%, alcune siero proteine che conferiscono al latte un alto valore biologico, essendo ricche di aminoacidi essenziali) e alcuni sali (potassio, calcio, sodio, magnesio fosfato, i cloruri etc…). Il Latte di tutti i mammiferi contiene anche gli anticorpi propri della specie di appartenenza e tutti i nutrienti nelle proporzioni ottimali per la crescita dei cuccioli dei mammiferi. Il latte di ogni specie va ad esclusivo beneficio di quella specie. Dopo lo svezzamento, però, nessun mammifero continua a bere latte, neppure quello della propria specie, perché le esigenze nutrizionali dell’adulto sono differenti da quelle del lattante; d’altro canto nessun mammifero tranne l’uomo consuma, in nessuna epoca della vita, il latte di un’altra specie. Latte vaccino, previsto per la crescita del vitello, è molto diverso per composizione rispetto al latte di donna perché: contiene troppe proteine e di tipo molto diverso; ha un rapporto grassi saturi/insaturi svantaggioso; ha un rapporto calcio/fosforo svantaggioso; contiene troppi sali minerali.

Come mai, secondo lei, tali notizie non vengono divulgate?

Purtroppo ci troviamo, soprattutto in Italia, in un sistema in cui l‘informazione è altamente manipolata e non del tutto libera. Questa condizione non ci permette di raggiungere quel grado di conoscenza di cui noi tutti abbiamo bisogno per vivere in maniera più sana ed equilibrata. I condizionamenti a livello informativo sono dettati dalle grandi lobby economiche che ormai hanno assunto non più solo un carattere multinazionale ma addirittura globale. Ritiene che l’occultamento di queste notizie possa essere un modo per salvaguardare gli interessi delle case produttrici di latte? Queste informazioni andrebbero sicuramente ad intaccare negativamente gli interessi delle case produttrici di latte, ma non solo di queste. La produzione del latte è collegata strettamente ad altri tipi di industrie alimentari e non, come ad esempio quella delle carni, dei capi in pelle, cosmesi, etc.. Alla luce di tutto ciò divulgare massivamente queste notizie porterebbe ad un grande calo dei consumi che renderebbe necessario un riordinamento radicale di buona parte del sistema produttivo.

Cosa ne pensa delle dichiarazioni di questi studiosi?

Mi trovo molto d’accordo con il parere di questa minoranza di studiosi infatti vi sono vari problemi correlati ad un uso frequente del latte. Nel 70 % degli esseri umani dopo il sesto anno di età si riduce di molto la produzione dell’enzima lattasi, indispensabile per la digestione del lattosio, causando quindi l’intolleranza al latte che dà una serie di sintomi quali cefalea, dolore e gonfiore addominale, meteorismo, diarrea,etc. Inoltre dopo i 5 anni di età va diminuendo l’enzima necessario per la digestione della caseina (la principale proteina del latte).

E’ stato dimostrato che alcune proteine contenute nel latte animale e umano stimolano la produzione di IGF-1, una molecola utile per la crescita del bambino ma che alti livelli di IGF-1 nell’adulto sono correlati ad un maggiore rischio di sviluppare alcuni tipi di tumore: della mammella, delle ovaie, della prostata, etc. Alcuni studi correlano la comparsa di diabete insulino – dipendente a specifiche proteine presenti nel latte e nei latticini.Il latte intero e tutti i derivati del latte contengono alte quantità di acidi grassi saturi e colesterolo aumentando il rischio di malattie cardiovascolari, sovrappeso e obesità. Nei Paesi dove il consumo di latte e di prodotti caseari è inferiore, l’incidenza di osteoporosi e di fratture ossee è minore rispetto a quelli dove se ne fa un largo consumo. Il latte fornisce calcio, ma contiene anche proteine animali molto ricche in aminoacidi solforati che formano un acido che abbassa il pH del sangue.

Il sangue per tornare al suo pH fisiologico ha bisogno di utilizzare il calcio contenuto nelle ossa e questo le renderà più fragili. Quindi introduciamo molto calcio con il latte, ma non lo utilizziamo appieno per le nostre ossa! Pertanto è consigliabile assumere il calcio da altre fonti. Inoltre il latte, in base al tipo di allevamento e dei mangimi utilizzati può contenere varie sostanze estranee come tracce di pesticidi, fertilizzanti, antibiotici o altre sostanze chimiche utilizzate nei foraggi. Infine la vacca elimina attraverso il latte le sostanze tossiche accumulate o prodotte.

Consiglia alla gente di bere il latte? Se si, perché?

No, personalmente non ne incentivo il consumo, cerco invece di proporre alternative a mio avviso più sane, quali ad esempio: il latte di mandorle, di riso, d’avena, di soia,etc.
Il latte ha salvato la vita di migliaia di persone durante la guerra, è così che è entrato a far parte del consumo quotidiano, infatti se vivessimo in un periodo di carestia il consumo di latte sarebbe sensato, ma al giorno d’oggi se ne può fare benissimo a meno senza rischiare carenze nutrizionali.

Il latte fa bene o fa male? è stato redatto presso Studio Nutrizione e Dietetica Palermo della Dottoressa Carla Bàmbino
fonte: ilmiogiornale.org